2021

A proposito di parole, ponti, sguardi, prospettive.

A proposito di parole, ponti, sguardi, prospettive.

Oggi, 17 Febbraio, compie 4 anni il Manifesto della Comunicazione non ostile, progetto sociale di Rosy Russo realizzato per sensibilizzare la rete a un utilizzo consapevole e responsabile del linguaggio evitando offese, cyberbullismo, condivisione di fake news e tanto altro.

Il Manifesto stesso è stato composto in rete grazie ai contributi di tante persone, fra i quali il mio: l’articolo 5.

Lavoro con le parole dal 1988.
Alla professione di copywriter ho affiancato da oltre 10 anni quella di docente di copywriting e comunicazione sociale e da altrettanti attività laboratoriali per bambini e bambine, che nel 2018 ho raccolto nel progetto artistico Labelluli e dal 2019 porto avanti anche come artista di Mus-e Milano.

Più passano gli anni più mi rendo conto di quanto sia necessaria l’educazione al linguaggio e alla riflessione metalinguistica sin dalla più tenera età. A questo proposito faccio un applauso alle maestre delle scuole primarie che frequento per i laboratori di Mus-e Milano, che non si limitano a insegnare “l’italiano” o altre materie curricolari.

Le parole esprimono il nostro modo di guardare il mondo: dall’alto, dal basso, di lato, da lontano, da un angolo, di spalle. Nessuna scelta è casuale.

È del 23 gennaio 2021, per esempio, la notizia di un docente universitario che a Roma ha insultato il sindacalista Aboubakar Soumahoro presso uno sportello bancomat, dicendogli: “Ue ue, hai finito? Senti animale, fai presto che qui abbiamo da fare.”
Chissà come si esprime in aula questo docente. Di certo per strada la sua visione razzista e il conseguente vocabolario hanno avuto il sopravvento.

Che visione ha il Corriere della Sera delle scienziate premio Nobel per la chimica Emanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna? Vado oltre: che visione ha espresso e promosso un quotidiano a tiratura nazionale, per decenni il più importante e autorevole d’ Italia?

I media hanno un grande potere. Come si dice? “Da grandi poteri grandi responsabilità”.
Da quando i social network e la rete sono alla portata di tutti, ogni persona dovrebbe comportarsi in modo responsabile, come da invito del Manifesto della Comunicazione non Ostile.

Se l’uso corretto di una lingua fosse questione di regole grammaticali sarebbe tutto più semplice. Basterebbe una matita rossa per correggere qualunque deviazione (apro e chiudo subito la parentesi sulle varietà del linguaggio).
Il problema è un altro. È questione di prospettiva, punti di vista, finestre chiuse o aperte.

In Italia la prospettiva di molti quotidiani e televisioni è maschilista e paternalistica.
Quante volte hanno raccontato e raccontano femminicidi focalizzandosi sulla storia del marito/fidanzato “innamoratissimo, sofferente, pazzo di gelosia?”
Quante volte hanno indugiato sulle abitudini e l’abbigliamento di donne e ragazze brutalmente stuprate?

Passando dalla cronaca alla comunicazione sociale e per la raccolta fondi, anche in questo ambito si potrebbero moltiplicare le prospettive.
Che cosa ci fanno vedere tanti “storytelling e narrazioni”? Queste parole alla moda lasciano il tempo che trovano se continuano a raccontare storie da vecchie prospettive colonialiste, paternaliste, beatificatrici, supereroiche.

Di questo e altro parlerò Mercoledì 24 Febbraio con studenti e studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Genova e Venerdì 5 Marzo con chi seguirà il Non Profit Women Camp.



By Eleonora Terrile

Parole scelte con cura

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