Capita nella vita che, a un certo punto, si abbia bisogno di poesia.
Un bel giorno ti svegli e senti che non hai più orecchie per parole vuote, volgari, roboanti, rabbiose, urlate, storpiate. Né occhi per il carosello d’immagini cruente, brutte, stereotipate, trascurate e ripetitive che quotidianamente sollecitano la tua attenzione.
Capita così che entri nella libreria Baravaj vicina a casa, vedi la mostra “Cianfrusaglie” dell’artista, artigiano, poeta ed editore Alberto Casiraghy, il “papà” della casa editrice indipendente (che bella parola!) Pulcinoelefante e senti dal libraio che è davvero semplice contattare l’autore e andarlo a trovare.
Il tempo di qualche messaggio su Facebook e di una telefonata ed eccomi con mio marito a Osnago, in Brianza, a casa di Alberto Casiraghy. Ad aprirci la porta è il poeta Massimo Scrignòli, arrivato insieme al pittore Luigi Voltolina e alle amiche Isa e Nina per stampare la loro opera: “Purgatorio Mahler Orchestra 1910”.
Hanno appena cominciato, accompagnati dalla musica di Mahler che tanto li appassiona e avvicina, così vedo con i miei occhi Alberto all’opera. Caratteristica della sua casa editrice è la stampa manuale con caratteri mobili, come ai tempi di Gutenberg, e l’utilizzo della pregiata carta hahnemuhle prodotta in Germania. Ogni Pulcinoelefante è fatto a mano con pazienza e cura, dalla stampa alla cucitura delle pagine, ed è realizzato in pochi esemplari, al massimo 40, tutti numerati.
A tutte le pubblicazioni Alberto Casiraghy riserva la medesima cura, siano esse di autori famosi come Alda Merini, siano di persone sconosciute.
“In fondo, questi son pezzi di carta. A essere importanti sono gli incontri, i momenti vissuti, le vite che si intrecciano. Poco tempo fa è venuto un chirurgo in pensione. Voleva stampare un libretto da regalare a una persona cara. Alla fine di una giornata qui, mi ha ringraziato. Mi ha detto che, dopo una vita trascorsa nella serietà e nella tensione richieste dalla sua professione, qui è ritornato bambino, ha ripreso a giocare.”
“E voi, che cosa fate?”, ci chiede. Sono così presa dal guardarmi intorno e veder nascere un Pulcinoelefante, che balbetto qualcosa senza convinzione: “consulentedicomunicazione.scrivoperprogettidiraccoltafondi. Miomaritofailcaposala.”
Siamo tutti intorno al tavolo della cucina. Il pittore Luigi Voltolina sta lavorando sulle copertine del nascente Pulcinoelefante.
Nina, accanto a lui, segue il segno del pennello intinto nell’acquerello.
Poi Massimo e Alberto guardano e commentano le copertine.
Ognuna ha un segno di colore diverso. Un segno aperto, libero, un volo.
A rendere unica ogni copia del neonato Pulcinoelefante è l’illustrazione che accompagna la poesia.
Luigi ne ha portate una cinquantina. Isa eNina ne scelgono 39: una per ogni copia di “Purgatorio Mahler Orchestra”.
Il momento della rilegatura si avvicina.
Alberto prende una spugna, la imbeve d’acqua e la passa sul dorso di ogni libretto.
Il momento è arrivato.
“Sai cucire?” Mi chiede tranquillo. Sono un po’ tesa, ma voglio partecipare a questo lento rituale. Prima guardo. Aspetto un po’ di tempo e di libretti, poi mi siedo e do una mano.
“Bisogna fare tre fori con l’ago. Parti dal centro, poi due ai lati. Si fa piano, che la carta non va ferita. Poi fai passare il filo da qui a qui, così e così. Alla fine due nodi e tagli.”
Eccomi all’opera.
All’inizio sono tesa come la corda di un violino (a proposito, Alberto una volta faceva il liutaio), poi mi rilasso. Sono talmente concentrata su quello che sto facendo, da sentirmi di casa. Chiacchiero, chiedo aiuto a mio marito ogni volta che devo infilare nuovo filo nella cruna dell’ago (non vedo un accidente!), scherzo sul gatto Igor che richiama l’attenzione per farsi riempire la ciotola. E così, il tempo passa e i libretti sono tutti pronti.
Stappiamo una bottiglia di vino rosso e brindiamo al neonato Pulcinoelefante. Poi Alberto me ne regala una copia e tutti ci salutiamo.
A presto!