2019

Il “mio” Takunda ha compiuto 18 anni!

Takunda, un bel ragazzo nato e cresciuto in Zimbabwe, il 9 Maggio 2019 ha compiuto 18 anni. La maggiore età è un  traguardo significativo per i giovani, ma anche per i loro genitori.

Takunda ha una mamma splendida di nome Safina e tante “mamme” e “papà” di cuore, soprattutto in Italia, appassionati alla sua storia sin dal primo giorno di vita. Come mai?

Takunda, nato da una coraggiosa mamma sieropositiva, è il primo bambino seguito nel 2001 dal protocollo salvavita dell’allora innovativo progetto “Fermiamo l’AIDS sul nascere” di Cesvi.

18 anni fa lo Zimbabwe era falcidiato dall’AIDS, come tanti Paesi dell’Africa sub-sahariana.
Cesvi, ai tempi associazione non profit impegnata in Italia e nel mondo con progetti di cooperazione e sviluppo, decise di mettersi alla prova anche in ambito sanitario, come racconta con dovizia di particolari il co-fondatore e Past President Maurizio Carrara.

Ho avuto la fortuna di dedicarmi a Cesvi dal 1997 al 2007, in qualità di copywriter e poi co-direttrice creativa di Rapp Collins Italia.
Alla comunicazione del progetto “Fermiamo l’AIDS sul nascere” ho lavorato con diversi colleghi sin dall’inizio, a partire dal nome, simbolo e lancio.*

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Il gruppo di lavoro era stato messo nelle condizioni di operare al meglio grazie all’incontro con alcune figure chiave: il Presidente Maurizio Carrara, il Direttore Comunicazione e Marketing Giangi Milesi, la Direttrice Raccolta Fondi Luisa Bruzzolo, la Dottoressa e prima responsabile sanitaria in Zimbabwe Claudia Gandolfi, il fotoreporter sul campo Giovanni Diffidenti.

Qualche anno dopo, indimenticabili emozioni!
A Maggio 2004 sono stata invitata a Bergamo a festeggiare il terzo compleanno di Takunda, arrivato in Italia con mamma Safina e il loro mediatore culturale.
Oltre a me tanti sostenitori fedeli di Cesvi e del progetto “Fermiamo l’AIDS sul nascere”. Quante “mamme e papà” di Takunda eravamo!
La sera poi, al Teatro Doninzetti, ha avuto luogo la prima edizione del “Premio Takunda – vincere con la solidarietà.” 

Premio Takunda, Bergamo, 2004

Gli anni passano, Takunda cresce e va a scuola. La sua foto, regalatami da Cesvi, è stata in bella mostra nella mia bacheca fino all’addio all’agenzia.
Takunda in bacheca Terrile, Rapp Collins Italia

Il 29 Settembre 2007 è stato ultimo giorno di lavoro in Rapp Collins Italia per me e per l’art director Lidia Di Salvo. Fra i doni per me: il ciondolo “Takunda Collins”!

Saluto a Rapp Collins Italia. Ciondolo Takunda Collins

 

UN PUNTINO SULLA “I”.
Capita a molte agenzie di pubblicità di fare un po’ di confusione sui credits. È accaduto anche a Rapp Collins Italia con “Fermiamo l’AIDS sul nascere”, un progetto di successo di Cesvi che, oltre ad aver raggiunto i risultati prefissati, vinto vari premi e aver avuto una vita durevole (oltre 15 anni), è stato oggetto anche di tesi di laurea.

Ho scoperto per puro caso un documento online su case history dell’agenzia Rapp Collins Italia, fra le quali “Fermiamo l’AIDS sul nascere”.
Si dice che lo strategic insight fosse poi diventato il nome del progetto.

Spiacente: nessuno strategic insight ricevuto all’epoca.

Io e Luca Negretti, la coppia creativa coinvolta, lavorammo con gli account Sergio De Marini e Paolo Cassano
e con il cliente Cesvi.
Ci confrontammo con Roberto Sgarella, con il quale ai tempi condividevo la direzione creativa e, per lo sviluppo della campagna integrata su tutti i media allora esistenti, compreso lo spot, fummo guidati da Gianfranco Marabelli, Global Chief Creative Director dell’agenzia DDB, nonché creativo che ha fatto la storia della pubblicità italiana.

Sintesi del progetto era prendere in tempo la trasmissione della sieropositività dalle mamme  in gravidanza ai nascituri, in modo da negativizzare i neonati allontanandoli dal futuro rischio di sviluppare l’AIDS.
Sì, era un “fermare l’AIDS sul nascere”, ma espresso con altre parole.

Il nome del progetto 

Il nome del progetto doveva far vedere ai sostenitori presenti e futuri la meta da raggiungere insieme a Cesvi.
“Fermiamo l’AIDS sul nascere” era uno dei nomi da me proposti. Capimmo subito tutti, account in testa, la sua forza.

Il visual di campagna

Il fiocco nero fu un’idea e merito dell’account Sergio De Marini.
Io e l’art avevamo fatto proposte deboli e didascaliche, tipo l’immagine di un’ecografia.
Fra una bocciatura, una risata e un morso di pizza (era tarda sera in agenzia e ci trovavamo in sala riunioni a cenare/lavorare) Sergio esclamò: “e se fosse un fiocco di quelli che si usano per annunciare la nascita di un bambino
o di una bambina, ma nero?”

Così andò.
Per tutti i credits consultare Sofii.org.

 

By Eleonora Terrile

Parole scelte con cura

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