2022

La morte, la delicatezza, il frastuono

La morte, la delicatezza, il frastuono

Fra fine Novembre e metà Dicembre sono morti tre uomini che per motivi diversi hanno affascinato milioni di persone.
Il 24 Novembre è mancato il poetico scrittore Christian Bobin, l’11 Dicembre il fine illustratore Wolf Erlbruch, il 16 Dicembre il grande calciatore e allenatore Sinisa Mihajlovich.

Tre uomini differenti, che ci interrogano sulla morte e il morire.

E se le nostre giornate fossero una specie di pizzo che tessiamo con il nostro inconscio, con la nostra ignoranza, con tutto ciò che in noi è molto più potente della coscienza? Come tutti sanno, un pizzo è fatto di vuoti, come la vita è svuotata dalle mancanze. Tutto ciò che ci viene chiesto non è forse di fare il più bel pizzo possibile? La morte non cambierà nulla, sarà l’ultimo tocco su un pizzo necessariamente bucato.– diceva lo scrittore Christian Bobin nel libro intervista Un azzurro che non mente più di AnimaMundi edizioni.

Alla delicatezza di questa metafora, che dà risalto e valore anche alla fragilità, fa eco il libro di Wolf Erlbruch L’anatra, la morte e il tulipano, che racconta l’incontro e l’amicizia fra un’anatra e la morte, arrivata a prenderla. Una storia per bambini e bambine, che oscilla fra la dolcezza e la malinconia.

Mentre di Christian Bobin e di Wolf Erlbruch non si conosce la causa del decesso, di Sinisa Mihajlovich sappiamo che è morto a causa di una malattia da egli stesso annunciata: la leucemia mieloide acuta.

Come spesso accade in caso di patologie gravi, siano esse tumorali o di altra natura, la narrazione giornalistica così come certa comunicazione sociale cadono sovente nella celebrazione dell’eroe/eroina che lotta contro un male da vincere a tutti i costi, e così è avvenuto per Sinisa Mihajlovich.

Ho spiegato due anni fa gli effetti di un certo tipo di linguaggio e scelte stilistiche, nell’articolo Abbiamo ancora bisogno di lotta, vittoria, eroi?
Le metafore belliche ancora in uso con malattie gravi creano una distinzione fra chi lotta e chi si arrende, chi è forte e chi è debole, chi ha coraggio e chi ha paura. E così, chi guarisce vince. Chi muore perde.

Queste polarizzazioni, scorciatoie per attirare l’attenzione, creano rumore, aumentano le paure e allontanano da qualcosa di naturale.
Se di perdita vogliamo parlare, è solo una: il nostro rapporto con la morte e il morire.




By Eleonora Terrile

Parole scelte con cura

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *