2017

Un capolavoro di levità: il nuovo spot per Coordown

Un capolavoro di levità: il nuovo spot per Coordown

Comunicare bene è difficile.
Comunicare bene per sensibilizzare e per raccogliere fondi è difficilissimo.
È un attimo scivolare negli stereotipi, nel pietismo, nella pornografia del dolore, nelle banalità, nel “politicamente corretto” che a volte rasenta la comicità.
Io per prima ho fatto tanti scivoloni in oltre 20 anni di campagne per associazioni non profit e fondazioni.

Detto questo ieri, mentre preparavo le mie lezioni di comunicazione per il Master MICRI IULM, ho visto uno spot eccellente realizzato da Luca Lorenzini e Luca Pannese di Publicis New York per conto dell’associazione Coordown.
Si intitola “Not special needs”, titolo che di per sé ironizza garbatamente sull’espressione “bisogni speciali per bambini/ragazzi/adulti speciali” come spesso vengono definite le persone con sindrome di Down.

La cifra stilistica di questo spot, che a quanto vedo sui vari social network sta riscuotendo successo, è la levità.
Con leggerezza si possono affrontare i temi più pesanti, difficili, ostici e arrivare al cuore e alla testa del nostro prossimo.
Non so se Luca Pannese e Luca Lorenzini abbiano conosciuto il “giornalista a rotelle” e Presidente della Ledha Franco Bomprezzi, certo è che hanno reso onore ad alcuni dei suoi insegnamenti dati anche nel corso “Comunicare il Sociale” di Terre di Mezzo Editore.

Siate lievi, quando affrontate tematiche complesse e malattie invalidanti.
No alle comunicazioni pietistiche e colpevolizzanti di tante campagne di raccolta fondi.
Siate semplici quando scrivete e comunicate, evitate i linguaggi settoriali.

Evitate espressioni come “incatenato/condannato alla sedia a rotelle”, poiché quest’ultima dà la libertà a chi non può camminare.
Invece di ricorrere al pietismo, mettete in primo piano i DIRITTI delle persone con disabilità, confrontandovi con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Rispettate i minori seguendo i dettami della Carta di Trento per i giornalisti (e della “Carta di Milano” lanciata da Terre des Hommes, aggiungo io)”.

By Eleonora Terrile

Parole scelte con cura

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